La Storia

Ultima modifica 25 marzo 2021

Introduzione
Da qualsiasi via d'accesso si giunga a Castell'Arquato il borgo subito affascina, quasi sorprende per la sua intatta, inaspettata medievalità che un tempo custodiva un accesso all'operosa Pianura Padana. Le antiche case color della terra scendono da un pendio che le rende, soprattutto nelle giornate limpide, visibili da molto lontano. E subito i colori delle costruzioni volute dall'uomo si fondono con quelli che la natura ha miscelato dalla notte dei tempi.

Approfondendo l'analisi oltre l'impatto visivo si scopre che il terrazzo naturale sul quale si è nei millenni costruito il paese, mattone dopo mattone, è costituito da sedimenti di origine marina. E qui inizia la preistoria di questa splendida sezione del territorio piacentino modellato anche dal Torrente Arda: essa affonda nel mare che ricopriva il bacino padano fino a 800.000 anni fa.

Indizi della sua storia, ma anche della quotidianità degli abitanti che si sono succeduti sul suo territorio nei secoli e nei millenni, si ricavano dai documenti.
Liguri, Galli, Romani, poteri ecclesiastici e civili, papi, cavalieri di ventura e signori Rinascimentali hanno lasciato traccia nella storia arquatese.
Le fonti documentarie, tutto sommato ancora poco studiate in modo organico, tracciano dunque un cammino denso che accompagna fino ai giorni nostri.

Il primo documento scritto conosciuto sarebbe la copia di un atto di vendita del 13 marzo 760 (nelle Carte di Varsi), quindi di età longobarda: in esso leggiamo chiaramente la dicitura in finibus castri Arquatense. In documenti del VII secolo si trova la dicitura Castro fermo, nell'800 accompagnata da Arquatense, da questa data compare anche fines castellana che diventa la denominazione prevalente.

Oggi l'economia del borgo è prevalentemente agricola, soprattutto legata alla coltura (ma anche cultura) della vite e del vino che affonda nei secoli; prelibata e di qualità è la produzione locale di salumi: coppa DOP, pancetta, salame e culatello. Imperdibili i piatti della tradizione: anolini, pisarei e fasò, tortelli di erbette con la coda, torta al cioccolato di Vigolo Marchese.

A Castell'Arquato sono vive anche attività di ebanisteria e restauro di mobili antichi. Famosi pittori e artisti, come già nei secoli passati, dimorano a Castell'Arquato traendone magica ispirazione. Particolare è l'attenzione e la cura del verde che gli abitanti sfoggiano, abbellendo le vie e i vicoli del loro paese.

Ma è il turismo, che soprattutto nella bella stagione, anima il borgo. Dalla primavera all'autunno la popolazione aumenta, si riaprono antiche dimore perfettamente restaurate, buen retiro di molti che fuggono dalle grandi città. Anche il turismo di giornata riempie le vie e i vicoli di Castell'Arquato: la primavera è il periodo ideale per le gite scolastiche che arrivano a scoprire Castell'Arquato e i suoi Musei. In estate il paese si riempie di italiani e stranieri che scoprono ammirati gli angoli più suggestivi e possono trovare manifestazioni, mostre ed eventi per tutti i gusti.

Castell'Arquato non è solo il paradiso per gli appassionati del Medioevo e del turismo culturale. Infatti la ricchezza naturalistica del territorio circostante offre la possibilità di escursioni in mountain bike, a cavallo o semplicemente a piedi, magari in cerca di orchidee autoctone o piccoli animali. Il territorio è ricco di fossili e ritrovamenti geologici, ben testimoniati dal patrimonio del Museo Geologico Cortesi. Addirittura un'era geologica prende il nome da queste zone: il Piacenziano.
E' stata appunto istituita la Riserva del Piacenziano che merita di essere scoperta, al pari di altri tesori naturalistici come ad esempio il bosco di Santa Franca.

Approfondimenti


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