Tra Consoli(1220-1223), Podestà e Scotti
Ultima modifica 15 aprile 2021
Tra Consoli(1220-1223), Podestà e Scotti
Il primo documento dell'archivio storico della comunità arquatese, giunto attraverso copia quattrocentesca e trascrizione del Campi, è del 10 agosto 1220 e certifica che il vescovo Vicedomio cede al comune e agli homines di Castell'Arquato tutti i suoi beni nel borgo e nel territorio, dandoli in enfiteusi per 700 lire piacentine. Per 200 lire e un piccolo canone annuo cede anche "a titolo di investitura in perpetuo tutte le giurisdizioni, onori e ragioni di decimare" di Castell'Arquato, Lusurasco, San Lorenzo e Vernasca.
Dal 1220 al 1223 sono ai vertici del potere i rappresentanti del popolo, è la breve fase consolare. Segue la lunga parentesi podestarile, nella quale i Podestà erano nominati dal Comune di Piacenza tra i membri più illustri delle famiglie piacentine (ad es. Scotti e Visconti) e restavano in carica tre anni. Il Podestà aveva funzioni civili e politiche, amministrava la giustizia. Organo supremo di governo è il Consiglio generale, presieduto dal Podestà o da un suo Vicario, con la presenza dell'Arciprete.
Castell'Arquato non sfugge alle aspre lotte che dilaniano l'Italia tra Guelfi e Ghibellini. Nel 1256 il borgo di parte guelfa (come il Comune di Piacenza), viene assalito dal ghibellino Oberto Pallavicino: memorabile la resistenza di Castell'Arquato. Gli assalitori furono sconfitti e venticinque impiccati a Piacenza.
La fase podestarile termina nel 1290 quando Alberto Scotti, sostenuto dal partito guelfo, dal ceto mercantile e dalle corporazioni degli artigiani, diventa signore di Piacenza. Anche Castell'Arquato diventa una signoria vera e propria. Lo Scotti si lega alla famiglia Visconti (con Matteo) ed estende il proprio dominio al territorio di Piacenza. A Castell'Arquato insedia il podestà Tedesio de' Spectinis. L'alleanza coi Visconti finisce nel 1302, il figlio di Matteo, Galeazzo, sposa Beatrice d'Este e sposta il peso delle alleanze, dando il via ad un periodo di scontri che porteranno lo Scotti a mettere le mani anche su Milano.
Nel 1304 Alberto Scotti viene cacciato da Castell'Arquato dal Comune di Piacenza, ma vi tornò tre anni dopo. Dopo la discesa di Arrigo VII del 1310 lo Scotti governerà il borgo, a fasi alterne, fino al 1316 quando il Visconti assalì Castell'Arquato. Lo Scoto resistette un anno, poi fu sconfitto e fatto prigioniero nel 1317.
Sotto il dominio dello Scoto, Castell'Arquato acquista prestigio politico e si arricchisce di molte delle costruzioni che si possono ammirare ancora oggi, tra cui il Palazzo di Giustizia, nucleo di quello che oggi è il Palazzo del Duca e il Palazzo del Podestà.