La Collegiata

Ultima modifica 15 aprile 2021

La Coleggiata
Nella piazza Monumentale si rimane affascinati dal gruppo absidale della Collegiata di Santa Maria Assunta. Sul suo stile architettonico le attribuzioni non sono così univoche: c'è chi sostiene l'ambito prettamente lombardo, chi sottolinea la tipologia lanfranchiana (quella di Modena, Nonantola e Carpi).
Le prime notizie sulla Collegiata le fornisce il Campi: già nell'VIII secolo esisteva a Castell'Arquato un'organizzazione religiosa, civile ed economica retta dal clero. Era una Chiesa con funzione pievana e battesimale, tra le più antiche del piacentino.
La leggenda narra che nel 756 il nobile Magno oltre a far riedificare il borgo fece ingrandire la Chiesa in onore della Madonna, poi donati entrambi al Vescovo di Piacenza. Ma l'esistenza della Pieve è ancora più antica. Una serie di considerazioni fanno identificare Magno addirittura con l'imperatore Carlo, re dei Franchi. Inoltre la datazione del fonte battesimale ad immersione in pietra rimanda al VII-VIII secolo e quindi avvalora l'ipotesi che la pieve sia antecedente al 756. Addirittura sono state rinvenute are sacrificali e recipienti risalenti all'epoca pagana.

La Pieve divenne Collegiata sul finire dell'XI secolo; era retta da un Collegium [un capitolo di canonici retto da un arciprete, che amministrava i beni, le terre e le rendite della Pieve]. Il terremoto del 1117 danneggiò gravemente la Collegiata che fu ricostruita e consacrata nel 1122 a Santa Maria Assunta. I canonici nel 1185 erano dodici, insufficienti ad operare nelle venticinque cappelle [Tra le cappelle più antiche possiamo citare Vidalta, Pantegano, Casasca, Settesorelle, San Lorenzo, Lugagnano; Gonzanegolo, Vigolo, Metti, Vezzolasca e Rocchetta] sottoposte alla giurisdizione della Pieve, ma nel 1229 il vescovo Vicedomino li ridusse a sette, previo significativo assenso della Santa Sede. Nel 1220 lo stesso presule aveva venduto al comune locale i suoi diritti sul borgo per 700 lire piacentine, senza tuttavia perdere l'investitura del potere spirituale. Alcune cappelle rivendicarono più autonomia: nel 1286 Bacedasco eresse un proprio campanile senza l'approvazione della Pieve. Anche con il monastero femminile cistercense di Santa Maria di Monte Oliveto [oggi la località lungo l'Arda è detta "Dei Frati"] ci furono scontri fino al 1249. Nel 1255 le monache furono scomunicate e il convento passò sotto al monastero di Chiaravalle della Colomba. Della Pieve facevano parte una scuola per chierici, l'Ospedale di Santa Maria per malati e pellegrini.
Il portico [detto Portico del Paradiso, utilizzato per le tombe dei personaggi illustri] sul lato sinistro della Chiesa è di origine tre-quattrocentesca, il portale principale fu spostato dalla facciata originaria.
Molto interessante è percorrere la strada dei restauri e rifacimenti, non sempre impeccabili, che coinvolsero Santa Maria Assunta, già dagli energici interventi del 1899 del professor Giuseppe Fei. Ben documentati sono gli interventi dell'allora arciprete Don Cagnoni e del suo successore don Emilio Fava.